HO FATTO UN SOGNO – I HAD A DREAM – Angelo Nocent

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HO FATTO UN SOGNO I HAD A DREAM

Tanto si ha lo Spirito Santo,

quanto si ama la Chiesa.

“Se vedi la carità, vedi la Trinità.” (S.Agostino)

 

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Agostino e la madre Monica

Questa è un‘avventura dello spirito iniziata così:

I HAD A DREAM

HO FATTO UN SOGNO  

Tutta la nostra vita è fatta di appelli, vocazioni, annunciazioni, che Dio  rivolge  ad  ogni  ora del  giorno  ma  anche  della  notte.

Se in principio era il Verbo, ora Egli è un contemporaneo che abita fra noi. Se di messaggi, vocazioni, annunciazioni, sollecitazioni, inviti è piena la nostra vita, senza l’illuminazione del Vangelo, il rischio è di non accorgercene.

A fare attenzione, non è difficile avvertire che la nostra vita è piena di angeli, di messaggeri, di apparizioni.

Ma è solo l’esperienza religiosa dei primi testimoni che può aiutarci a identificarli. Il modo migliore di leggere il Vangelo è proprio quello di pensare che tutto quanto vi si trova, capita anche nella nostra vita.

Ciò che è accaduto ai primi testimoni, succede anche ai nostri giorni. 

Il modello ideale di lettura del Vangelo è Maria.

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 Da che cosa ha riconosciuto l’angelo? 

  • Come è giunta alla certezza che quel messaggio veniva da Dio?
  • Ognuno ha il diritto di chiedersi: da che cosa potrei riconoscere un angelo?
  • Da che cosa riconoscere che un pensiero, un incontro, un avvenimento vengono da Dio?

E’ un problema vitale, lo stesso che dovette risolvere Maria.

Lei come ha fatto?

In presenza di una parola di Dio, ci sono due attitudini pericolose:

  • quella di rifiuto, del lasciar perdere perché non ci si vede chiaro;
  • l’altra, di capirci tutto, dell’evidenza, della non meraviglia, dello scontato.

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Ave Mater fons Amoris

Anzittutto, non si è lasciata indurre a credere immediatamente. Ha riflettuto, si è interrogata, ha messo in questione questa vocazione straordinaria. Ma il solo modo ragionevole è quello assunto da Maria: “Ella non capiva ciò che egli diceva, ma conservava tutte quelle cose e se le ripeteva nel cuore” (Luca 2,51). Tutto avviene nel tempo, col tempo, mettendovi del tempo, perché il discernimento dello Spirito non funziona come il caffè liofilizzato istantaneo.

Poi Maria ha consultato le scritture. Tutti i testi di Luca come anche di Matteo, sono citazioni di profeti ed il Magnificat ci dice come Maria vedeva la sua vocazione: nella linea di tutti quei poveri, di tutte quelle fecondità che l’avevano preceduta.

Come si dirà più avanti, si diventa GLOBULI ROSSI non tanto per scelta ma per accettazione di una chiamata dall’alto, nel consenso quotidiano di un destino che oltrepassa la nostra previsione e immaginazione.

Anche san Giovanni di Dio, l’ispiratore della Compagnia, si è trovato coinvolto in un progetto talmente più grande di lui da sembrare folle il progetto e più folle il consenziente.

A chi accetta di inoltrarsi in questa avventura umana e divina è richiesto di muoversi nella logica della fede: 

  • recettività e riflessione,
  • gioia e timore,
  • senso di Dio e buon senso umano. 

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L’ Annunciazione a Giovanni di Dio internato in manicomo

Le grazie di Dio talvolta giungono come tegole sulla testa. Come reagire?

  • Lasciarsi sconvolgere e pregare,
  • leggere e riflettere le Scritture,
  • conservare e ruminare dentro l’anima gli avvenimenti.

E’ il solo modo ragionevole di procedere.

Perché Dio interpella proprio me?

  • Perché mi fa rivivere tutte le angosce dei poveri, dei perseguitati, delle sterili, degli esseri duramente abbandonati da Dio nel quale hanno messo la loro fiducia?
  • Degli innocenti calpestati, accusati, respinti?
  • Dei sofferenti senza via d’uscita, degli angosciati dalla vita?
  • Perché ?

Maria scopre che dietro c’è la fedeltà di Dio, il suo stare ai patti, il suo mantenere le promesse: “Ha accolto Israele, suo servo…la sua misericordia  di generazione in generazione verso coloro che si fidano di Lui”.

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L’angelo in carne ed ossa che Maria ha incontrato è Elisabetta, una donna anziana che aveva sofferto come lei e che l’ha incoraggiata a credere, lei così giovane è già così coinvolta nei destini di Dio. Anche Giovanni di Dio quando riconosce la sua annunciazione canta il Magnifica a modo suo, tanto da essere preso per pazzo e internato.

Gli altri ridono, prendono le distanze  dall’impazzito. Lui invece vede realizzarsi le promesse di Dio proprio là dove non aveva sperimentato che i suoi tormenti e disagi assieme a quelli di sventurati suoi simili internati e incatenati nel manicomio.I GLOBULI ROSSI accettano di associarsi alle follie di Dio, ai suoi progetti grandiosi. Presi singolarmente, essi sono piccola cosa. Messi insieme, diventano trasportatori di ossigeno nel tessuto umano in preda all’anemia, a rischio di cancrena. La loro determinazione al “servizio trasporto ossigeno” la imparano dalla Mater Hospitalitatis, nel senso del suo Magnificat:

  1. “Cerco nel cuore  le più belle parole per il mio Dio, l’anima mia canta per il mio amato” (Lc 1,46).
  2. “Perché ha fatto della mia vita un luogo di prodigi, ha fatto dei miei giorni un tempo di stupore” (Lc 1,47)
  3. “Ha guardato a me che non sono niente: sperate con me, siate felici con me, tutti che mi udite. Cose più grandi di me stanno accadendo. E’ Lui che può tutto, Lui solo, il santo!” (Lc 1, 48-49)
  4. “ E’ lui che ha guardato, è lui che solleva,  è Lui che colma di beni, è lui…” “Santo e misericordioso, santo e dolce, con cuore di madre verso tutti, verso chiunque” (Lc 1,50).
  5. “Ha liberato la sua forza, ha imprigionato i progetti dei forti”  (Lc 1,51).
  6. “Coloro che si fidano della forza sono senza troni. Coloro che non contano nulla hanno il nido nella sua mano” ( Lc 1,52)
  7. “Ha saziato la fame degli affamati di vita, ha lasciato a se stessi i ricchi: le loro mani sono vuote, i loro tesori sono aria” (Lc 1,53)

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 Essere GLOBULI ROSSI vuol dire cantare il Magnificat con la vita, ossia portare e trasfondere Vangelo, le gioiose notizie che tutti devono venir a sapere. E sono tante:

  • Che Dio ha attraversato i cieli,
  • Che l’emoglobina, ossia l’amore, scende dal cielo verso la terra e non viceversa,
  • Che Lui ci conosce così bene che sarebbe capace di dirci quanti capelli abbiamo in testa,
  • Che Dio ci scruta uno per uno e si ricorda il nostro nome,
  • Che ci incoraggia a respirare meglio con il Suo respiro,
  • Che a sognare con Lui i sogni si avverano,
  • Che a vivere la Sua vita, non c’è nulla da perdere, anzi!
  • Che Dio è totalmente a disposizione dell’uomo,
  • Che Egli prova più gioia nel dare che nel ricevere.

Se i GLOBULI ROSSI si fanno guidare da Maria percepiscono ciò che Lei per prima ha intuito dalle confidenze dello Spirito:

  • che, rispetto al decalogo della Antica Alleanza, al centro della Tôrah, il nuovo decalogo non è più prescrittivo di comportamenti dell’uomo verso Dio e i fratelli, ma narrativo, descrittivo di un Dio che è per l’uomo.
  • Decalogo che Luca illustra con meticolosità nella parabola del buon samaritano, dove in quella catena di verbi è evidente che il contare di Dio non si ferma a dieci ma sconfina alla grande quando s’impegna con l’uomo che incontra sulla Gerusalemme-Gerico del mondo:

QUANDO IL SOGNO E’ DI DUE, O TRE…RIUNITI NEL SUO NOME, (Matt 18, 15-20) IL SOGNO DIVENTA REALTA’:

In verità io vi dico ancora: se due di voi sulla terra si metteranno d’accordo per chiedere qualunque cosa, il Padre mio che è nei cieli gliela concederà. Perché dove sono due o tre riuniti nel mio nome, lì sono io in mezzo a loro».

VUOI REALIZZARE IL SOGNO DI DIO?

PREGHIERA
Facci ritornare a te, Signore, e noi ritorneremo; rinnova i nostri giorni come in antico... (Lam 5,21)

CONTEMPLAZIONE
Donami, Signore, la consapevolezza che non sono solo a invocare il tuo nome. Non è difficile pregare te, ma è faticoso sentire di essere in due o tre a chiedere la stessa cosa.

Ognuno quando prega pensa al suo. E tu invece ci chiedi di accordarci sul cosa volere. Quante delusioni nelle nostre invocazioni solitarie… il segreto è qui.

Al centro delle attenzioni del Padre non ci sono le nostre esigenze, ma l’accordo tra noi. In questa unità Lui si fa presente. Signore, che possiamo essere un cuore e un’anima sola…

OSSIGENARE IL MONDO

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CHIESA: CARD. MARTINI GRAVE, ARCIVESCOVO MILANO CHIEDE PREGARE

QUESTO NOSTRO MONDO

Giusy Ferreri – Ma il cielo è sempre più blu – …

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Chi vive in baracca, chi suda il salario
chi ama l’amore e i sogni di gloria
chi ruba pensioni, chi ha scarsa memoria
Chi mangia una volta, chi tira al bersaglio
chi vuole l’aumento, chi gioca a Sanremo
chi porta gli occhiali, chi va sotto un treno
Chi ama la zia chi va a Porta Pia
chi trova scontato, chi come ha trovato
na na na na na na na na na
Ma il cielo è sempre più blu uh uh, uh uh,
ma il cielo è sempre più blu uh uh, uh uh, uh uh…
Chi sogna i milioni, chi gioca d’azzardo
chi gioca coi fili chi ha fatto l’indiano
chi fa il contadino, chi spazza i cortili
chi ruba, chi lotta, chi ha fatto la spia
na na na na na na na na na
Ma il cielo è sempre più blu uh uh, uh uh,
ma il cielo è sempre più blu uh uh, uh uh, uh uh…
Chi è assunto alla Zecca, chi ha fatto cilecca
chi ha crisi interiori, chi scava nei cuori
chi legge la mano, chi regna sovrano
chi suda, chi lotta, chi mangia una volta
chi gli manca la casa, chi vive da solo
chi prende assai poco, chi gioca col fuoco
chi vive in Calabria, chi vive d’amore
chi ha fatto la guerra, chi prende i sessanta
chi arriva agli ottanta, chi muore al lavoro
na na na na na na na na na
Ma il cielo è sempre più blu uh uh, uh uh,
ma il cielo è sempre più blu uh uh, uh uh,
ma il cielo è sempre più blu
Chi è assicurato, chi è stato multato
chi possiede ed è avuto, chi va in farmacia
chi è morto di invidia o di gelosia
chi ha torto o ragione,chi è Napoleone
chi grida “al ladro!”, chi ha l’antifurto
chi ha fatto un bel quadro, chi scrive sui muri
chi reagisce d’istinto, chi ha perso, chi ha vinto
chi mangia una volta,chi vuole l’aumento
chi cambia la barca felice e contento
chi come ha trovato,chi tutto sommato
chi sogna i milioni, chi gioca d’azzardo
chi parte per Beirut e ha in tasca un miliardo
chi è stato multato, chi odia i terroni
chi canta Prévert, chi copia Baglioni
chi fa il contadino, chi ha fatto la spia
chi è morto d’invidia o di gelosia
chi legge la mano, chi vende amuleti
chi scrive poesie, chi tira le reti
chi mangia patate, chi beve un bicchiere
chi solo ogni tanto, chi tutte le sere
na na na na na na na na na
Ma il cielo è sempre più blu uh uh, uh uh,
ma il cielo è sempre più blu uh uh, uh uh, uh uh

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16 risposte a HO FATTO UN SOGNO – I HAD A DREAM – Angelo Nocent

  1. silvia ha detto:

    Allora, Angelo, forse ho capito.Come sempre, poche parole.Sai che da quando ci siamo incontrati, il "sogno" mi ha coinvolto.Chi incappa in un’annunciazione, trovi il coraggio di rispondere come Maria:“Fai di me ciò che tu vuoi”. Il dopo si sa a priori come finirà…Lo sto sperimentando.Ho condiviso il "sogno" di cui dici, perchè comprende, o è compreso, non so bene, nel SI che ad un certo momento, ho "DOVUTO" dire. Ho detto SI alla Annunciazione. Senza ancora sapere quale sarebbe stato il contenuto.Poi, Lui ha provveduto.Il "sogno" è credere di poter realizzare IL SOGNO DI DIO. Almeno, di partecipare.

  2. angelo ha detto:

    Cara Silvia, riporto quanto ho trovato appena riportato da don Alessandro Martini, un sacerdote di Torino. E’ il pensiero di Chiara Lubich che non esita a indicare a quelli del Movimento la priorità: ANNEGARE TUTTO IN DIO:

    Leggo le letterine dei primi tempi per scrutarne il carisma.

    Il carisma che cos’è? E’ Dio, l’Amore, non è altre cose – sapete? -, non l’Opera, niente! Non far tutto per amore di Dio, no, non far tutto per amore di Dio soltanto, ma – dico nella letterina: "Annegare tutto nell’amore di Dio".

    Dio prima, Dio adesso, Dio dopo, Dio sopra, Dio sotto, Dio dovunque. La vita è Dio e, essendo Dio, è Amore che tutto travolge, anche il dolore, che è visto come prova d’amore sin d’allora, nei primi tempi: il dolore come prova d’amore. Dio, dunque, è l’Ideale – non il Movimento dei Focolari, non Loppiano, non le opere, non le zone, non i focolarini, niente, niente, niente – Dio, amare Colui che solo resterà all’ultimo giorno.

    Quindi tutti gli altri affetti che abbiamo dentro: la tournée, il Gen Verde, l’Opera, buttarli via, non è l’Ideale, non sono l’Ideale. Bisogna perdere, perdere, perdere, perdere, potare, potare, potare, potare. Dio, e a Lui offrire quell’attimo presente che magari è lavarsi il viso, che sembra niente di fronte a una tournée dove trascini tanta gioventù, eppure Dio è lì, non è nel pensiero tuo della tournée, sarà in essa quando ci sarai, ma adesso no.”E le opere – scrivo – vengono dietro, se annegate nell’amore di Dio”.

    Cioè, noi dobbiamo vivere amando Dio e annegare le opere. Proprio così, annegate, che vuol dire: sommerse! Che non avanzino su neanche un pochino nel nostro cuore, nella nostra mente, neanche un pochino, ma siano proprio annegate. Così dice quella letterina lì. Capite allora?

    Quindi cosa vi deve importare? Dio, e tutto sommerso, sommerso, anche il dolore, anche il dolore – dico – che è visto come prova d’amore sin dai primi tempi. Sommerso.

    Non gli si dà retta, non gli si dà importanza, non è l’Ideale, e così tutte le opere: non hanno importanza. (1)

    (1) – C. Lubich, brano da: Commenti a lettere dei primi tempi, ai responsabili di zona e di focolare europei, Rocca di Papa, 4.6.1977.http://cid-c756039e95b1fd57.profile.live.com/ANCH'IO MI SONO PERMESSO DI DIRE LA MIA e spero che non stoni:

    angelo nocent ha scritto:

    Leggendo il messaggio di Chiara, sono andato con la mente a un grande realizzatore di opere: SAN GIOVANNI DI DIO, il "mendigo de Granada", il mendicante per i suoi poveri e sventurati, fattosi RE DEGLI STRACCIONI, per sfamare, sanare, redimere, confortare, condividere…Sapeva leggere ma non scrivere e perciò era costretto a dettare. Faceva rileggere e poi firmava con una sigla molto semplice, qualcosa di più di una semplice croce, un geroglifico inconfondibile, sul cui significato gli storici stanno ancora indagando.Ha scritto tante lettere, per chiedere aiuto ai ricchi, ai nobili ed ai potenti. Ne sono pervenute solo sei.

    Ma tutte cominciano coì: "NEL NOME DI NOSTRO SIGNORE GESU’ CRISTO E DI NOSTRA SIGNORA LA VERGINE MARIA SEMPRE INTATTA. DIO PRIMA DI TUTTO E SOPRA TUTTE LE COSE DEL MONDO. AMEN GESU’".

    Giovanni di Dio (1495-1550) e Chiara Lubich (nostra contemporanea), si trovano in perfetta sintonia, caro Don Alessandro. Ha fatto bene a mettere in evidenza ciò che a noi facilmente sfugge. Questo modo di pensare è perfettamente nel segno della continuità evangelica.Spero di non sbagliarmi quando diffondo questa proposta e di essere in sintonia con i Santi:

    http://globulirossicompany.spaces.live.com/blog/cns!AF154A77143EA6C6!370.entry

  3. MASSIMILIANO ha detto:

    Ciao Angelo, come stai ?spero bene,quello che voglio dirti io amare Dio con tutto il cuore con tutta la mente con tutta la forza,fidarsi solo di lui,vedi Dio non lo possiamo vedere ma lui ha mandato suo figlio Gesu’,che nei dieci comandamenti li ha fatti diventare due ma importantissimi,e ha mandato tanti uomini sulla terra che dopo sono diventati santi ma in umilta’ e carita’ come San Francesco Sant’Antonio, padre Pio:

    Ecco noi dobbiamo pin pano fare come loro ma nel silenzio amare chi ci odia benedire chi ci maledice insomma linverso del male lo dobbiamo fare diventare bene con l’aiuto di DIO, DI SUO FIGLIO GESù, DELLA MADDONNA E NEL MOMENTO CHE NON CE LA FACCIAMO INVOCHIAMO SAN MICHE SAN GABRIELE E SAN RAFFAELE DI VENIRCI IN SOCCORSO QUESTO E QUELLO CHE DOBBIAMO FARE CIAO. MAX

  4. angelo ha detto:

    Massimilano, hai tirato giù tutto il Paradiso…Ora siamo davvero in buona COMPAGNIA…!Buona Pasqua!

  5. Anto ha detto:

    ciao angelo, questo è il primo commento che ti lascio nel tuo space; innanzitutto buona pasqua anche se in ritardo, cmq siamo in periodo di resurrezione, giusto? "A fare attenzione, non è difficile avvertire che la nostra vita è piena di angeli, di messaggeri, di apparizioni".

    Ti spiego come la penso io riguardo agli angeli; penso che il Signore ce ne manda ogni giorno, e spesso prendono le sembianze dei nostri parenti o amici. A volte assumono le sembianze anche di persone che apparentemente ci fanno del male, ma in realtà ci stanno dando una direttiva, un insegnamento. Sicuramente Maria , fu una persona piena di fiducia e speranza, che fu facile per lei accorgersi che quello che aveva ricevuto era un messaggio e un messaggero di Dio.

    Vorrei tanto avere il coraggio in talune situazioni di affidarmi completamente a Dio e dire anch’io "fa di me ciò che vuoi". Saluti 🙂

  6. angelo ha detto:

    Grazie per gli auguri pasquali che non sono mai fuori tempo nè fuori luogo. Volere è potere. Nel turbinare affannoso delle scelte siamo portati a sentirciautosufficienti, protagonisti della nostra vita e dominatori delle cose.Se ti metti a disposizione di Dio, sarà proprio Lui a darti il coraggio per dare quella risposta che vorresti avere il coraggio di dare in alcune circostanze.L’essere in COMPAGNIA…significa portare gli uni i pesi degl’altri. Se vorrai aderire, aggiungeremo con gioia un posto a tavola…Qui sarai sempre un’ospite gradita, cara Anto!Lo Spirito di Dio guidi i tuoi passi. Grazie per la visita.

  7. silvia ha detto:

    Caro Angelo, stasera scrivo qui, non ho capito come funziona questo blog,trovo commenti, argomenti, in posti diversi e …anche nel vecchio sito, in cui prima entravo ed ora non mi accetta…Stasera, sono proprio in difficoltà.Mio marito è in crisi.Ampia e totale.Mio figlio, non vuole lavorare, spende e ci estorce…siamo proprio oltre il fondo.Altri, …Lui sa e sono stanca anche per scrivere…Ti lascio una "preghiera" che inquesti giorni mi si adatta…e mi è stata attualizzata nel diario di Valentino S.http://www.youtube.com/watch?v=WbzHsRpefkU . E l’altra, dello stesso autore, e della stessa raccolta: F. De André, la buona novella: http://www.youtube.com/watch?v=ug9h6mJm_QM.Ciao e…ricordiamo che saremmo sempre in COMPAGNIA, anche se ora è diverso…Portare i pesi gli uni degli altri, è un sogno."Gli altri" sono infiniti.Lui solo li sa tutti.E il sogno è una prova continua.L’ambito in cui vivere, ora è solo la Croce, anche se Pasqua vuol dire Passione e Vita Nuova.Le due cose sono realtà unica ma l’esperienza pare fermarsi alla prima …Scusa la confusione…

  8. donatella ha detto:

    Cara Silvia, so che adesso il mondo è un peso troppo gravoso sulle tue spalle…ma se abbiamo fede possiamo camminare sull’acqua.Non perdere la speranza e vedrai che il sole tornerà.Il Signore non ci lascia mai soli, ci da tanta forza e ci aiuta sempre.Tieniti stretta stretta a Lui…ad un tratto ti accorgerai che la tempesta è passata…

  9. Toni ha detto:

    COSA SAI DEI 13 MESSAGGI DI madjugori, del quarto segreto di fatima? (satana arriverà fino alle sommità della chiesa uno si e avverato)

  10. Pingback: BENVENUTO GIUSEPPE! | GLOBULI ROSSI COMPANY

  11. msilvia2 ha detto:

    Caro Angelo, le cose scritte nel 2010, valgono ancora adesso.
    Siamo anche oggi in cammino verso la Pasqua.
    Buon cammino…

  12. msilvia2 ha detto:

    Cara Donatella, ti ringrazio ora per quanto scritto allora..
    E’ sempre attuale!

  13. Pingback: SAN GIUSEPPE IN QUEL DI MONTE CREMASCO | UN POPOLO IN CAMMINO nella Parrocchia dei santi Nazario e Celso in Monte Cremasco

  14. Pingback: GIOVANI, SVEGLIATEVI ! – Angelo Nocent | GLOBULI ROSSI COMPANY

  15. msilvia2 ha detto:

    Mi pare che di “sogno” qui si è parlato da anni!
    E’ cambiato qualcosa?
    Crediamo nel sogno, ora come allora.
    Le cose scritte nel 2010, valgono anche oggi. E sono attuali.
    Oggi, è più difficile ma proprio per questo, il sogno deve continuare a essere la nostra vita.
    Sogno, è tutto!

  16. angelonocent ha detto:

    Cara Silvia, evito di fare bilanci. Ogni tanto mi vine la tentazione di mollare tutto perché mi sembra tempo perso. Poi mi ricredo e penso che se hai l’incommbenza di seminare, non necessariamente ai quella di raccogliere.

    A prposito dei sogni di Dio Papa Franncesco una mattina ha tenuto una bella omelia:

    *PAPA FRANCESCO*

    MEDITAZIONE MATTUTINA NELLA CAPPELLA DELLA *DOMUS SANCTAE MARTHAE*

    *Il sogno e le delusioni di Dio*

    *Giovedì, 30 marzo 2017*

    (da: *L’Osservatore Romano*, ed. quotidiana, Anno CLVII, n.75, 31/03/2017)

    «Il sogno e le delusioni di Dio»: è stato proprio Papa Francesco a suggerire il titolo per la meditazione proposta nella messa celebrata giovedì mattina, 30 marzo, a Santa Marta. «Il passo del libro dell’Esodo che abbiamo sentito, che abbiamo ascoltato — ha detto all’inizio dell’omelia facendo riferimento alla prima lettura (32, 7-14) — possiamo chiamarlo, per dargli un titolo, “il sogno e le delusioni di Dio”». Perché, ha spiegato, «Dio ha sognato e alla fine resta deluso».

    «Dio — ha spiegato il Pontefice — ha sognato un popolo e lo ha sognato dall’inizio, ha scelto un uomo, Abramo, lo ha fatto camminare per anni, e un giorno gli ha fatto vedere le stelle: “Guarda le stelle del cielo: così sarà il popolo, la tua discendenza, il mio popolo”». Ecco «il sogno di Dio: sognava perché amava». E «l’amore era tanto — è tanto anche oggi — che non poteva averlo per se stesso, era per darlo».

    «Con tanta bontà» Dio «ha promesso questo popolo ad Abramo, già anziano, sposato con una donna sterile: “Tu avrai un figlio e questo figlio sarà la tua discendenza, numerosa come le stelle”. E così è successo». Poi, ha proseguito Francesco, «con gli anni, con i tempi, questo popolo divenne schiavo in Egitto e il Signore va e libera il popolo». E «lo libera e gli fa attraversare il mare come se fosse terra, perché amava e aveva questo desiderio per questo popolo». Insomma, «un padre che amava i suoi figli».

    «Ma questo popolo era un popolo difficile» ha affermato il Papa. «In cammino verso la terra definitiva che lui voleva dargli, fece salire sul monte Mosè per dargli la Legge». E «Dio incomincia a sentire la delusione: “Scendi, va, scendi — dice a Mosè — perché il tuo popolo, e il mio popolo, che hai fatto uscire dalla terra d’Egitto — che io ho fatto uscire con il tuo aiuto — si è pervertito”». Infatti, ha spiegato Francesco, «il popolo non ha avuto la pazienza di aspettare Dio, di aspettare quaranta giorni soltanto». Così ha finito addirittura per dire: “E questo Dio, ma… facciamocene un altro”». Allora, ha ricordato il Papa, «hanno fatto un vitello, lì: “E questo è dio, è per divertirsi, almeno per non annoiarsi”». E «si sono dimenticati di Dio che li ha salvati».

    «Il profeta Baruc — ha fatto notare il Pontefice — ha una frase che dipinge bene questo popolo: “Vi siete dimenticati di chi vi ha allevato”». E proprio «dimenticare Dio che ci ha creato, che ci ha fatto crescere, che ci ha accompagnato nella vita: questa è la delusione di Dio».

    «Tante volte nel Vangelo — ha affermato il Papa — Gesù nelle parabole parla di quell’uomo che fa una vigna e poi fallisce, perché gli operai vogliono prenderla per loro». Ma «nel cuore dell’uomo, sempre c’è questa inquietudine: non è soddisfatto di Dio, dell’amore fedele». E così «il cuore dell’uomo è sempre inclinato verso l’infedeltà: questa è la tentazione». Per questo, ha spiegato Francesco, «Dio, per mezzo di un profeta, rimprovera questo popolo così, che non ha costanza, non sa aspettare, si è pervertito, non ha tardato ad allontanarsi dalla via che “io avevo loro indicato”, si sono fatti un vitello di metallo fuso, poi gli si sono prostrati dinanzi, gli hanno offerto sacrifici e hanno detto: “Ecco il tuo dio”». Invece «l’altro, l’hanno dimenticato».

    Ecco che Dio, «tramite il profeta, dice al cuore di questo popolo: “Voi state sempre cercando un altro dio”». Perché «il Signore quando parla, parla forte, e ci dice delle cose forti».

    Qui «c’è la delusione di Dio: l’infedeltà del popolo», ha detto il Papa. E «anche noi — ha proseguito — siamo popolo di Dio e conosciamo bene come è il nostro cuore; e ogni giorno dobbiamo riprendere il cammino per non scivolare lentamente verso gli idoli, verso le fantasie, verso la mondanità, verso l’infedeltà».

    Proprio in questa prospettiva, Francesco ha suggerito «che oggi ci farà bene pensare al Signore deluso: “Dimmi Signore, tu sei deluso di me?”. In qualcosa sì, sicuro». Ma è opportuno «pensare e fare questa domanda». Con la certezza che «lui ha un cuore tenero, un cuore di padre; ricordiamo quando Gesù vide Gerusalemme e pianse su di lei: “Gerusalemme, Gerusalemme, quante volte ho voluto raccogliere i tuoi figli come la chioccia raduna i suoi pulcini sotto le ali; e voi non avete voluto”». Ma queste parole, ha insistito il Papa, il Signore le «dice a me, a te, a te, a te, a te, a tutti noi». Bisogna chiedersi allora: «Dio piange per me? Dio è deluso di me? Mi sono allontanato dal Signore?” — “No! Io vado tutte le domeniche a messa, ma, tutti i giorni”». E ancora: «Quanti idoli ho che non sono capace di togliermi di dosso, che mi schiavizzano?». Così si può riconoscere «quell’idolatria che abbiamo dentro», a causa della quale «Dio piange per me».

    Alla luce di questo esame di coscienza, ha detto ancora il Pontefice, «pensiamo oggi a questa delusione di Dio, che ci ha fatto per l’amore», mentre «noi andiamo a cercare amore, benessere, divertimento in altre parti e non l’amore di lui: ci allontaniamo da questo Dio che ci ha allevati». E «questo è un pensiero di Quaresima: ci farà bene». Ma, ha avvertito, è un esercizio da fare «tutti i giorni, un piccolo esame di coscienza: “Signore, tu che hai avuto tanti sogni su di me, io so che mi sono allontanato, ma dimmi dove, come, per tornare». E «la sorpresa — ha assicurato Francesco — sarà che lui sempre ci aspetta, come il padre del figliol prodigo che lo vide venire da lontano perché lo aspettava».

    Il Papa ha concluso la sua meditazione proponendo una «preghiera» da recitare «oggi e domani, tutti i giorni: “Signore, che non mi allontani da te. Aiutami. Che io abbia paura degli idoli e così possa servirti ed essere felice”: perché Dio ci vuole a tutti noi felici». Grazie per l’attenzione

    Angelo Nocent nocent.angelo@gmail.com

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